Psicologia del Dono: Perché regalare benessere ci fa sentire meglio!

Nei ritmi frenetici della vita ritagliare un momento da dedicare a se stessi e alla propria salute è il vero regalo che oggi possiamo donarci e donare ai nostri cari.

Il lavoro, le responsabilità, il modo in cui ci nutriamo e l’ambiente in cui viviamo sono degli stressor per il nostro corpo. Solo che non troviamo mai il tempo per occuparcene.

Per questo motivo il Natale può essere l’occasione giusta sia per stare a casa con i familiari, sia per condividere con loro un momento di benessere ovvero uno spazio in cui prendersi cura delle proprie necessità e recuperare l’equilibrio psico-fisico, specifico per ciascuno di noi. Tra le varie tradizioni natalizie, quello dello scambiarsi i doni sembra essere un gesto ricco di significati che ha a che fare anche con la propria personalità e può diventare anche un modo di generare el benessere personale con un potere, se non curatibo , almeno rinfracate,. Come? Scopriamolo insieme.

 

Regali e personalità: i regali che scegli per gli altri parlano di te

Il dono non è per forza un oggetto, ma un messaggio personale con cui manifestiamo aspetti di personalità. Dunque essendo “cucito” sulla persona, il suo valore è nel gesto poiché comunica affetto incondizionato in chi lo riceve.  Donare è un'azione sociale e in quanto tale non è solo rivestita di aspetti psicologici ma è anche governata da regole sociali che qualificano le relazioni. La psicologia, ad esempio, si è interessata del regalo proprio in virtù degli aspetti psicologici che vi sono dietro quali predisposizione personale, processo decisionale e dinamiche sociali.

“Dimmi cosa regali e ti dirò chi sei!” è una frase fatta a mò di slogan pubblicitario ma che nasconde un fondo di verità poiché si fa riferimento al fatto che il dono possa diventare una sorta di stimolo proiettivo i cui “il donante” non esprime solo intenzioni e sentimenti ma lo fa in linea con la sua stessa personalità e, pertanto, esprimendo veri e propri tratti personologici.

Lo stesso Joseph Messinger ha affermato che il regalo giusto è un modo per confermare la reciproca affinità con l’altro, dunque una sorta di comunicazione. Così ad esempio "il regalo costoso può essere un indicatore di egocentrismo o ossessione per le opinioni altrui, mentre chi sceglie doni utili non vuole  comunicare superficialità, ma un’attenzione ai bisogni dell’altro" (fonte)

L’impatto del “dono” nella relazione

Il dono assume poi un significato simbolico particolare che diventa un vero e proprio elemento della relazione.

Il senso gratuito del dono fatto senza l'aspettativa di ricevere qualcosa in cambio porta con sé un aspetto di “Dono di se stessi” ma al contempo si carica di un significato emotivo in cui attese e aspettative sono strettamente intersecate. Se è vero infatti che i regali più apprezzati sono quelli che fanno riferimento ad un passato comune o elementi vissuti insieme dall'altra la delusione delle aspettative quando si attende un regalo può essere un pericoloso elemento di squilibrio all'interno della relazione.

Al contrario invece un regalo atteso è gradito, oppure un regalo del tutto inatteso Ma che realizza un bisogno profondo di una persona, rappresenta un'esperienza che si radica anche a livelli profondi degli apprendimenti esperienziali inconsci, generando una sensazione positiva che si ancora al nostro vissuto e può continuare ad esercitare il suo impatto nel tempo anche a distanza, in presenza solo di stimoli che possono ricordare il momento della ricezione del dono o elementi del dono stesso.

E queste stesse emozioni vengono condivise tra ricevente e donatore

Perché “Regalare benessere” ci fa sentire meglio

Una categoria particolare di regali sono i cosiddetti buoni o pacchetti benessere che erroneamente spesso vengono ritenuti essere un modo veloce e facile per adempiere al “dovere del dono” senza pensarci troppo. Se è vero infatti che questi regali da un lato lasciano una certa quota di libertà nel donatore senza impegnarlo troppo nella scelta d'altra parte assolvono   più funzioni contemporaneamente che inconsciamente vanno realizzare una serie di bisogni inconsci del donatore e del ricevente.

Da un lato chi dona qualcosa di utile e benefico per la persona cara (da percorsi benessere in spa a buoni prima impensati come ad esempio sedute osteopatiche o sedute psicologiche di scoperta di sè o volte l'apprendimento ad esempio di tecniche di gestione dello stress di rilassamento) soddisfa da un lato il proprio bisogno di esprimere l'affetto alla persona cara e di realizzare un atto benefico nei suoi confronti. Dall'altro, il donatore proietta il proprio stesso desiderio di benessere e trae beneficio dalla vicaria soddisfazione di questo bisogno dell'altro, come se condividesse in qualche modo l'esperienza che regala.

Chi riceve, inoltre, non solo si sente investito di questi importanti significati sottesi, ma si fa in qualche modo portatore del benessere che gli viene regalato (come fosse un “benessere in relazione”), quasi a ringraziamento del ricevente. Infine l’alto grado di libertà che spesso viene lasciato al ricevente attraverso questi pacchetti “liberi” soddisfa il proprio altrui bisogno di spaziare attraverso infinite possibilità, di libertà, di realizzazione.

Per questo tanti studi oggi, medici  e psicologici in un'ottica che può essere considerata di marketing ma che in realtà sottende molte significati simbolici squisitamente psicologici quando non profondamente psicoanalitici,i aderisce a questa iniziativa, non solo esclusivamente commerciale (!!), in un periodo che purtroppo commerciale lo è per eccellenza anche se non dovrebbe esserlo: il Natale!

Riferimenti bibliografici

1)               Messinger, J. (2017), Il linguaggio del corpo rivelato

 

Autori

 

Dott.ssa Passoni Flavia Ilaria (Psicologa, Psicoterapeuta, Dir. Scientifico di Synesis Psicologia®)

 

Dott. Cudazzo Erika (Dottoressa in Psicologia)