Che cos’è la travel therapy?
Viaggiare, si sa, comporta nuove esperienze, adattamenti, conoscenze, prove da superare situazioni da affrontare che a volte comportano la messa in gioco di sé stessi o l’affiorare di parte di noi di cui eravamo, noi stessi, scarsamente a conoscenza, E allora via con la scoperta, l’introspezione e la crescita personale tano da fare del “Viaggio” un “Viaggio dentro e con noi stessi” e a dare origine a quella nuova piccola sezione della psicologia che viene definita “Travel therapy”. Si tratta di una sorta di “guida” per sopravvivere ai momenti di disagio che contornano la nostra vita. E’ un tipo di cura rivolta a tutte quelle persone che in un dato momento della loro esistenza si sono sentite smarrite o confuse e che hanno bisogno nel presente di trovare risposte ai loro dubbi. Vengono consigliate così gite fuori porta, itinerari, vacanze ecc. Il viaggio sembrerebbe avere un effetto benefico immediato.
Da un’indagine condotta da Expedia e Research Now pubblicata dall’Ansa, il 31 % degli italiani afferma di sentirsi soddisfatto subito dopo averlo prenotato e il 48% dice di percepire sensazioni positive al termine del suo acquisto. Analizzando questi dati, sembrerebbe che l’effetto terapeutico della vacanza inizi nel momento in cui si effettua la prenotazione. In seguito questa sensazione di benessere, riemergerà al momento della partenza. In effetti viaggiare è una sorta di terapia psicologica volta a ritrovare sé stessi per guarire le ferite dell’anima e per superare i propri limiti; sentendosi al ritorno, pronti per affrontare un nuovo capitolo della propria esistenza. In questi percorsi volti al benessere psicologico, l’individuo comincerà a viaggiare nei meandri di sé stesso esplorando così le proprie emozioni e sensazioni per arrivare poi al traguardo: quello dell’essersi rigenerato e dell’aver trasformato e migliorato la sua qualità di vita. Dunque soltanto riconoscendo i propri limiti, saremo pronti finalmente al cambiamento.
Chi è il travel therapist?
Il Travel Therapist è una figura professionale ancora in fase di definizione che più che a un singolo fa riferimento a un lavoro in sinergia tra professionista psicologo e altra figura deputata agli aspetti più tecnici del viaggio. Travel Therapist è infatti, sia lo psicologo professionista che, in primis, ascolta, analizza e filtra i bisogni e le necessità del paziente, mettendole in relazione con la sua struttura di personalità per sondare la tipologia di viaggio più adeguato, sia un’altra figura definita “Tecnico del viaggio”, può essere un ex viaggiatore, uno sportivo o un esploratore, ma in ogni caso una quella figura con esperienza parti concreta nell’organizzazione di viaggi , in grado da un lato di assistere e comprendere la sofferenza di quella determinata persona, e dall’altro di interpretare le esigenze e le aspettative dell’individuo. Questo tipo di esperto mettendo al primo posto il benessere del paziente, lo aiuterà nella progettazione dell’itinerario. Non è importante il tempo del soggiorno quanto più il percorso interiore che inizia nel momento si è lontani dalla solita routine stressante poiché viaggiare purifica l’anima e la mente.
Piccoli consigli
Partendo dal presupposto che il viaggio lo si sta progettando per se stessi, la scelta della meta sarà dunque un momento delicato poiché sbagliando destinazione, si rischierebbe di tornare ancora più stressati e confusi di prima. Ecco perché tornando a quanto detto sopra, il travel therapist aiuterebbe a fronteggiare questo primo problema. Non è detto che si debba scegliere in assoluto destinazioni esotiche. Se ad esempio un posto in cui si è soliti andare, evoca delle belle sensazioni, potrebbe essere il punto di partenza e il luogo ideale in cui tornare in questo momento di smarrimento.
Quello da tenere a mente è che bisogna porre al centro della travel-therapy, il proprio benessere. Una volta scelta la destinazione, il viaggio sarà un buon punto di partenza per una nuova trasformazione dell’anima e della psiche e per poter godere appieno tutti i momenti dall’inizio alla fine.
Sarebbe buona cosa avere con sè un block notes e delle matite colorate per poter annotare e rappresentare tutte le emozioni, sensazioni e pensieri che accompagnano l’esperienza del viaggio. Cercare di preferire ciò che potrebbe essere fonte di curiosità e interesse partendo dalle proprie passioni. C’è bisogno di individuare un obiettivo e cercare di perseguirlo organizzando ad esempio cammini, corsi o attività sportive che abbiano come fine quello di raggiungere una meta.
L’importante è sapere che non esistono delle regole fisse poiché il viaggio rimane un’esperienza soggettiva . Tornerà utile ad esempio, acquistare un souvenir della vacanza che possa ricordare il momento difficile che si è attraversato ma da cui si è guariti. Un oggetto che rievochi tutte quelle sensazioni ed emozioni e che sarà capace di riportarti a quei momenti tutte le volte che lo vorrai o che avrai bisogno. Come una sorta di amuleto. Tornato poi da questo tipo di esperienza ti accorgerai di aver vissuto appieno ogni istante di questo percorso.
Pronti, partenza e VIA!
Zaino in spalla, Mente aperta , naso fuori dalla porta.
Comprendere di cosa tratta la travel therapy non è mai così completo come viverla direttamente in prima persona, alla ricerca di sé e di nuove esperienze con l’appoggio del professionista che ti aiuterà a raggiungere la meta interiore ovvero quella di avere più consapevolezza di sé stessi e amore verso di sé . Il miglior modo di apprezzare un viaggio è quello di imparare ad accettarsi e di aprirsi al mondo e alla gente.
Del resto “ il vero viaggio di scoperta non consiste nel vedere nuove terre ma nell’avere nuovi occhi” (M. Proust)
Riferimenti bibliografici
Bonori, V. Viaggiare da soli, alla scoperta di se stessi, http://www.eticamente.net/32411/viaggiare-da-soli.html?refresh_ce
Brunini B. , 2011 Travel therapy, Morellini , Milano
Corazza, I. & Ropa, G. (2015), Viaggio nell’evoluzione dello spazio umano, National Geographic
Demicheli, A.G. (2015) Inconscio va in automobile. Un viaggio alla scoperta della personalità. Jouvence
Yehoshua, A. (1999), Viaggio alla fine del Millennio, Einaudi