Perché devo togliere il ciuccio nei tempi giusti e quali sono le tempistiche?

Buongiorno dottoressa, non mi chiedevo quali fossero le tempistiche giuste per togliere il ciuccio. Ognuno ha le sue opinioni e io non so cosa fare!

 

 

 

Buongiorno,

a volte i genitori tendono a rimandare il momento in cui viene eliminata l’abitudine orale perché magari sono impauriti, disorientati o non del tutto consapevoli delle conseguenze che i vizi orali hanno sul proprio figlio.

È importante sapere che a due o tre anni il palato di un bambino è come la plastilina; modellabile e modificabile; a cinque, sette, dieci anni si ha a che fare con un osso sempre più saldo e con dei muscoli che per anni hanno imparato a lavorare in modo non corretto.

Più si ritarda l’abbandono del ciuccio o degli altri vizi orali, maggiore sarà l’investimento di tempo, energia ed anche soldi per recuperare la situazione generata.

Se si agisce in tempo, si permette al proprio bambino di sviluppare in un modo più fisiologico ed armonioso possibile le abilità di deglutizione e di linguaggio. L’eccessivo utilizzo del ciuccio può rallentare anche la maturazione delle abilità masticatorie e i movimenti della bocca necessari alla buona articolazione dei suoni quindi, tutto quello che fa con la bocca può essere penalizzato.

Si può facilmente immaginare come l’ingombro di quest’oggetto nel cavo orale  impedisca alla lingua di mettersi in postura fisiologica, ed oltre a determinare una predisposizione a mal occlusioni, limita i gradi di libertà della lingua e della mandibola, impedendo al bambino di sperimentare i diversi punti di ancoraggio della lingua e della mandibola, per imparare ad articolare suoni nuovi. Questo potrà tradursi in un rallentamento o maggiore fatica nell’acquisire l’inventario fonetico della propria lingua di appartenenza.

Ma non solo. Come masticherà, respirerà, mangerà un bambino che ha avuto sempre dalla sua nascita un oggetto in bocca che per natura non sarebbe dovuto esserci?

DA RICORDARE: l’età ideale per eliminare il ciuccio è entro i ventiquattro mesi. Più si continua con questo vizio, più aumenta il rischio e l’importanza degli eventuali danni.

La cosa migliore da fare sarebbe quella di proporre al bambino un unico modello di ciuccio, di taglia piccola, indipendentemente dall’età e di non cambiarlo con il passare del tempo.

Nel momento in cui lui cresce, anche la sua cavità orale cresce. Se proponiamo dei ciucci sempre più grossi, manteniamo alto il piacere orale, contribuendo a rendere più difficile il distacco. Diversamente, se lasciamo lo stesso ciuccio, man mano che il bambino cresce, la tettarella in porzione diventerà sempre più piccola, e riducendo il piacere orale, il bambino potrebbe più facilmente decidere di distaccarsene prima da solo.

Quindi non bisogna cadere nel tranello di comprare taglie differenti al crescere del tuo bambino. Al momento non ci sono evidenze scientifiche che consigliano l’aumento della taglia del ciuccio all’aumento della sua età.

 

Dott.ssa Giulia Loda

 

 

Informazioni prese dal libro:

“Togliamo il ciuccio” di Paola Perrone

 

 LEGGI ANCHE: Un bambino di poche parole (Dott.ssa B. Frigerio) e Tutur DSA, chi è e cosa fa? (Articolo)

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