CHOCO_ADDICTION esiste davvero? Neuropsicobiologia del cioccolato

ll cioccolato è uno degli alimenti più irresistibili e desiderati; tanto per intenderci l’80% degli italiani lo considera il dolce più buono in assoluto. Qual è il segreto del suo successo? 

 

Uova, ovetti pulcini , coniglietti è tutto una schiera di gadget per più o meno golosi iniziano farsi largo nelle nostre borse sullo nostre tavole in  attesa della Pasqua. Associazione piu o meno commerciale che nulla conserva del profondo significato religioso sotteso a questa senza festa, ma indipendentemente dalle credenze di ciascuno, ci permette di uscire dagli schemi per interrogarci,  una volta tanto, non sulla modalità più o meno consone di festeggiare, ma sul perché il classico uovo di Pasqua, o cioccolato in generale,  tanto attira la nostra gola e la nostra psiche.

I meccanismi che regolano la  dipendenza da cibo sono ben entrati da un articolo uscito ormai ne lontano 2004 (Stefano Palanti " una dolce dipendenza").

"Qualcuno ha scelto il cibo come semplice momento di soddisfazione dei propri sensi. I centri di controllo dell’alimentazione sono localizzati nell’ipotalamo: nel nucleo ventro-mediale si trova il centro della sensazione di sazietà, il nucleo laterale regola l’assunzione di cibi. L’attività dei centri è coordinata da stimoli periferici: dilatazione gastrica, colecistochinina, somatostatina, calcitonina, insulina e glucagone.

Tali segnali sono elaborati a livello del cervello tramite l’attività dei neurotrasmettitori: monoamine e neuropeptidi. (…).

Nelle situazioni normali, mangiare è un’azione modulata dal ciclico alternarsi di fame e sazietà: la fame si sviluppa lentamente e periodicamente e, se non si è nelle condizioni di soddisfarlo, il desiderio di cibo aumenta, ma non ci sono condizionamenti delle attività in atto né compaiono segnali di stress o di bramosia ossessiva.

La dipendenza da cibo (food addiction) ha un percorso diverso: il desiderio (craving) di cibo spinge a mangiare; dopo aver mangiato segue una fase di soddisfazione durante la quale si percepisce piacere, energia e si ha un aumento dell’attività.(…)"



Ecco come rientra il cioccolato in questo meccanismo: 

"ll cioccolato è uno degli alimenti più irresistibili e desiderati; tanto per intenderci l’80% degli italiani lo considera il dolce più buono in assoluto. Qual è il segreto del suo successo? Spesso come risposta vengono riportate argomentazioni neurofisiologiche ineccepibili: gli zuccheri semplici che contiene innalzano i livelli di serotonina determinando buonumore, il magnesio migliora le capacità di reazione dell’organismo. La verità è che queste sostanze chimiche non sono in grado di determinare processi di dipendenza chimico-farmacologica nemmeno se assunte in grandi quantità.

Si tratta di una dipendenza di tipo psicologico scatenata da particolare processi:

- Il consumo di cioccolato viene generalmente associato a occasioni di festa e riproduce la sensazione data da momenti positivi di emozionalità familiare; 

- Il cioccolato rappresenta la conciliazione di opposti: può essere solido e liquido, chiaro e scuro, dolce e amaro. La sua capacità di riunire in sé le contrapposizioni dà l’idea di un di un piacere completo e quindi più gratificante; 

- Abbraccia significati materni di protezione, ma al tempo stesso impulsi atavici come la necessità di mordere e trarne soddisfazione. Coinvolge sfere inconsce sensoriali molto forti: per questo quando si gusta un cioccolatino si ha l’impressione di staccare da tutto il resto!"

Ma esiste davvero una cioccodipendenza regolata da sostanze psicoattive ?
 
"In alcuni casi il cioccolato è capace di dare una vera e propria dipendenza, definita come una totale incapacità di resistere a una o più razioni: il “cioccotossico” non riesce a fermarsi una volta che ha cominciato la tavoletta, e la quantità che consuma, secondo tutti quelli che lo circondano, è di gran lunga superiore alla media pro capite. Non si può praticamente parlare di astinenza, perché i veri abusatori di cioccolato non smettono mai di mangiarne, non fanno nessuna differenza tra l’estate e l’invern
Il cioccolato contiene importanti sostanze psicoattive: accanto alle più conosciute teobromina e caffeina, eccitanti e stimolanti del respiro e dell’attività cardiaca, troviamo fenilalanina e tiroxina che sono precursori di dopamina e noradrenalina, importanti mediatori del sistema nervoso centrale. La presenza di tali sostanze potrebbe spiegare l’efficacia del cioccolato nel contrastare stati di ansietà e di depressione e nell’indurre sensazioni di piacere, benessere fisico e psichico ed una aumentata capacità lavorativa."
 
La ricerca rimane aperta, tuttavia va il merito a questo filone scientifico, di aver trovato una alternativa più piacevole, se utilizzata in  modo moderato e funzionale, alle altre sostanze stimolanti decisamente più nocive per mente e corpo! 
Buon cioccolato a tutti