Cinema della follia o follia del cinema: quando sintomi/disturbi diventano film

Nella settimana del cinema, la psicologia, sta prendendo sempre più piede. Il pubblico ormai curioso decide di vedere film a carattere psicologico poiché nella società di oggi le malattie mentali stanno prendendo il sopravvento.

Nella settimana del cinema, la psicologia, sta prendendo sempre più piede. Il pubblico ormai curioso decide di vedere film a carattere psicologico poiché nella società di oggi le malattie mentali, o semplicemente le curiosità che fano capo ai dinamismi psichici, stanno prendendo il sopravvento. I registi, quando filmano una scena riguardante il mondo delle affezioni, prestano sempre più attenzione a documentarsi al meglio circa gli effetti che hanno queste ultime sul soggetto per restituire al pubblico una più sincera manifestazione di quello che accade (seppur romanzato) nei soggetti che ne sono davvero affetti. Ecco che oggigiorno basta navigare sul web per ritrovarsi su siti con elenchi dettagliati e aggiornati di film a carattere psicologico che permettono a qualsiasi tipo di individuo di avvicinarsi sempre più a questo tipo di mondo.

 

 Tavola dei contenuti

  1. Cinema e psicologia: ieri e oggi
  2. Il ruolo del regista nei film a carattere psicologico
  3. Film Therapy: curarsi con la pellicola
  4. Conclusioni
  5. Riferimenti bibliografici

Cinema e psicologia: un connubio nato tempo fa e quanto mai attuale

Molti sono stati i film girati nel corso degli anni riguardanti la psicologia in tutte le sue sfumature. Sembra che di anno in anno sia aumentato l'interesse da parte dei registi di offrire al pubblico sempre più film a carattere psicologico.

Questo genere non ha un target preciso, ma un pubblico ampio e vario. Le tematiche all'interno di essi, sono le più disparate. Dalle malattie mentali, alle dinamiche di gruppo, alle situazioni stressanti sino alla descrizione vera e propria del setting psicologico.

Uno dei primi film proiettati e inerenti al tema fu Il mistero dell'anima di Georg Wilhelm Pabst datato 1926. Nella pellicola viene descritta una vera e propria crisi depressiva durante la quale il protagonista viene colto da incubi e impulsi aggressivi che mettono a repentaglio la vita di sua moglie. Infine, deciderà di rivolgersi ad uno psichiatra per curare il suo disturbo. Lo sceneggiatore all'epoca ha prontamente richiesto una consulenza da parte di Freud per poter esporre in maniera soddisfacente e dettagliata la parte più psicologica del film. Purtroppo, quest'ultimo rifiutò categoricamente di offrire un consulto e così, in seguito, Pabst decise di rivolgersi a due dei suoi allievi quali Karl Abraham e Hanns Sachs i quali lo aiutarono nel compimento di alcune scene della pellicola.

Grazie al contributo dei registi nel divulgare seppure con i loro mezzi il sapere psicologico, hanno inconsapevolmente aiutato ad eliminare dall'immaginario collettivo alcuni stereotipi ed etichette che sono andati ad accumularsi nel corso degli anni circa la psicologia.

Hanno contribuito alla divulgazione di vari contesti, reso noti alcuni usi e costumi e rivelato infine rituali usati nella società odierna con i quali gli spettatori spesso si immedesimano. In altri film i registi si “divertono” quasi ad esplorare la psiche umana nei meandri più bui arrivando ad entrare nella mente del “serial killer”.

Qual è il ruolo del regista nei film a carattere psicologico?

Il regista cerca sempre di impressionare in qualche modo il pubblico nel dimostrare che nonostante non sia di sua competenza, è comunque in grado di stupire lo spettatore con collaborazioni esterne che gli permettono di donare veridicità a quello che mostra. Con i film psicologici, si cerca di plasmare il personaggio ad opera e somiglianza di un individuo o paziente affetto realmente da una malattia.

Questi tipi di film fanno riflettere su diverse dinamiche sociali che avvengono quotidianamente nei vari contesti di vita quali scuola, lavoro, famiglia ma che nella vita frenetica di tutti i giorni possono passare in secondo piano e quindi essere meno notati. Come se si volesse mettere lo spettatore di fronte alla nuda e cruda realtà.

Film therapy: curarsi con la pellicola, è davvero possibile?

Proprio per le ragioni sopra esposte, è possibile utilizzare film e libri a fini terapeutici: il paziente può vedere sé stesso nelle storie di altri, riconoscere e comprendere le proprie sintomatologie da un differente punto di vista; inoltre, può prendere contatto con un mondo spesso offuscato da pregiudizi e falsi miti comprendendone la vera natura e conoscendo i diversi sistemi terapeutici che gli sarebbero altrimenti preclusi. Detto ciò è bene precisare che seppur i film possano produrre un cambiamento sia nei piccoli comportamenti, sia nei modi di pensare e di agire che nell’immaginario collettivo ed individuale sul modo di considerare la psicologia, rimangono comunque uno strumento aggiuntivo all’interno di un percorso terapeutico più vasto ed importante: non basta guardare un film per considerarsi “guarito” in quanto il setting psicoterapeutico classico è imprescindibile per la buona riuscita di una psicoterapia.

Conclusioni

I film rappresentano un modo creativo di riprodurre ciò che circonda e di immedesimarsi nei panni dell’altro (in questo caso i personaggi della pellicola).

L’elenco dei film all’interno dei quali è presente la psicologia è vasto. Ve ne sono alcuni che sono diventati nel corso degli anni dei veri e propri cult che potrebbero aiutare il soggetto ad avere una rappresentazione visiva di quello che succede (finzione o meno) nella psicologia ed anche nella vita di tutti i giorni.

Per quanto realistici e affascinanti, i film offrono un punto di vista parziale al solo fine di avvicinare gli utenti a un mondo che da sempre desta interesse nella collettività e nel quale sono ancora presenti un gran numero di pregiudizi.

Dopo tutto la critica è soggettiva e questo non voleva che essere uno spunto di riflessione sul modo che ha la settima arte di rappresentare la psicologia nelle proprie pellicole.

 

Riferimenti bibliografici                                                             

A. Battistini, Lo sguardo psicoanalitico. Cinema, giustizia, psicoterapia, quotidianità.

M. De MariE. MarchioriL. Pavan, La mente altrove. Cinema e sofferenza mentale.

P. Cantalupo, Curarsi con il cinema. La psicoterapia immaginativa

V. Gallese, M. Guerra Lo schermo empatico. Cinema e neuroscienze

 

Dott.ssa Passoni Flavia Ilaria (Psicologa, Psicoterapeuta, Dir. Scientifico di Synesis Psicologia®)

Dott.ssa Cudazzo Erika (Dottoressa in Psicologia)