Isolamento sociale, dipendenza da cellulare/videogiochi

Buongiorno, ho paura mio figlio possa essere dipendente dal cellulare....

 

Buongiorno, ho paura mio figlio possa essere dipendente dal cellulare, non esce mai, parla poco, dorme ancora meno... Rimane sveglio fino a tardi e non si alza prima di mezzogiorno per giocare onoine, in casa non facciamo altro che litigare e io non so più cosa fare. Mi chiedevo se potesse essermi di aiuto la Pet therapy.

Grazie mille

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Cara ------- mi fa molto piacere che abbia preso in considerazione la natura e tutto ciò che è a nostra completa disposizione per stare bene. Come ha ben notato i media portano ad un’alterazione del ritmi naturali di sonno e veglia, i videogiochi obbligano a delle risposte pronte, veloci e istintive allontanando e  isolando dal cuore delle relazioni e delle emozioni vere… con tutte le ricadute sull’Io e l’affettività annesse. 

L’animale per fortuna è reale, è lì e ci obbliga a essere presenti, lo fa, cattura la nostra attenzione, vuoi perché è buffo e curioso, vuoi per la sua fisicità…. l’animale in qualche modo ci colpisce nella parte più profonda e risveglia delle emozioni. La cosa interessante è che le attività da poter fare con un animale richiedono un passo ulteriore: prendersi cura realmente di lui. Pensi allo spazzolare, pulire, dar da bere o nutrire, predisporre il giaciglio e via… per far questo ci viene richiesto, in modo del tutto naturale e spontaneo, di entrare in relazione, una viva relazione che ci stacca dal mondo surreale e mediatico al quale suo figlio si è abituato. L’animale richiede che il nostro Io sia presente. Se non sei presente l’animale non prenderà il legno, pensi ai giochi di riporto che si fanno con i cani o ai percorsi, oppure a un asino dalla grande mole che non si sposterà senza il comando preciso. 

Va da sé che ogni attività in cui sperimentiamo il senso di autoefficacia, di essere stati in grado di fare genera un senso di appagamento e benessere  che vorremmo ripetere. Credo che anche a lei sarà capitato di fare una bella esperienza e di volerla raccontare a tutti come anche provare il desiderio di riviverla. Ecco, l’animale genera tutto questo.

Resta inteso che affinché non resti un’esperienza isolata, il percorso dell’attività dovrà essere programmato con delle cadenze. Per esperienza, dopo qualche incontro, osservo che si genera un legame preferenziale con un animale e va da sé il bisogno di rivederlo e ritrovarlo.

Da ultimo, un dettaglio importante: il contesto dell’attività crea già una dimensione sociale di collaborazione che non permette di sentirci individui isolati. Per imparare a mettere una pettorina, una capezza, per sapere come e dove muoverci è richiesto per forza di entrare in relazione con un mediatore. Le barriere comunicative si abbasseranno quindi anche solo per la curiosità di sapere come poter fare o cosa sia stata facendo l’animale.

Molte attività vengono predisposte in fattorie o comunque in contesti in cui sono presenti altre persone o allo stesso tempo potrà valutare se inserire suo figlio, magari dopo un approccio iniziale da solo, in attività di gruppo in cui attraverso esperienze del tutto naturali suo figlio potrà  riscoprire la dimensione della cooperazione.

La Pet conduce naturalmente all’azione e obbliga a muoversi dall’isolamento.

La ringrazio molto e resto con piacere a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Tarocco Manuela

 

Leggi anche: Mio figlio e i videogiochi (Dott.re T. Riva), Adolescenza come fase di passaggio (articolo) e Rientrate sul web: come la rete può curare i nostri ragazzi (Articolo)

 

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