Mio figlio e i videogiochi

Buongiorno,

Sono molto preoccupata x mio figlio. Ha 14 anni e  da un anno a questa parte da quando ha iniziato la prima superiore, preferisce stare a casa davanti alla tv....

Buongiorno,

Sono molto preoccupata x mio figlio. Ha 14 anni e fino a poco tempo fa aveva molti amici, ma da un pó di tempo e soprattutto da un anno a questa parte da quando ha iniziato la prima superiore, preferisce stare a casa davanti alla tv e o alla play station piuttosto che uscire.Ha un amico, ma preferisce invitarlo a casa a giocare ai videogiochi che uscire. Io e mio marito cerchiamo in tutti i modi di farlo uscire con noi, andando al mare o in piscina. Lui sembra molto sereno e dice di stare bene a casa e di non sentire la necessità di uscire.. Io peró non sono tranquilla e ho paura che si possa isolare troppo. Ho provato ad invitare a casa due amici con cui si trovava bene alle medie, ma lui dice che non riesce più a relazionarsi con loro, che hanno interessi diversi dai suoi.

Mi dareste un consiglio?

Grazie

 

 

Buongiorno, 

la situazione che lei descrive è molto chiara ed è ben comprensibile la sua preoccupazione che la porta a scrivere. Il passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza, o meglio il passaggio dalla terza media alla prima superiore è uno scoglio che gli adolescenti affrontano in modi diversi. Sicuramente potrebbe essere che il giro di amicizie sia cambiato, sia per motivi effettivi di cambio scuola che, come dice suo figlio stesso, che per cambio di interessi in comune. Assolutamente tipica in questo periodo è lo sprigionarsi di una passione videoludica. Tuttavia, la situazione che sta descrivendo non sembrerebbe l’inizio di un quadro “patologico” verso una dipendenza tecnologica, anzi. Il fatto stesso che suo figlio abbia un amico con cui è molto legato, e che inviti questo suo amico all’interno della casa per giocare fisicamente insieme a lui, è una risorsa incredibile. Comprensibile che invitare vecchi amici non abbia sortito l’effetto sperato in quanto, come ha detto suo figlio, non hanno interessi in comune e quindi non si riesce ad instaurare una relazione. Comprensibile altresì che il ragazzo si rifiuti di uscire (e quindi lasciare attività che lo intrattengono, lo divertono e lo fanno sentire efficace) per fare qualcosa con lei e suo marito: l’adolescenza è pur sempre la fase della separazione dalle figure famigliari, intenti a trovare il proprio posto. Capisco che ci possa essere una forte paura di isolamento. Ma le assicuro che gli amici e le amiche con cui gioca alla playstation online, sul web, i guerrieri della rete con cui si sfida, sono molto più reali per lui di quanto non immagini. Potrebbe essere un’idea far si che si incontri con questo nuovo giro di amicizie (virtuali), ragazzi come lui che possono condividere la passione che provano per questo mondo. Estrapolare un’esperienza fisica anche dal virtuale del videogioco. Ovviamente l’esperienza videoludica non deve essere lasciata “a briglia sciolta”, come in molte altre cose il tempo di connessione e di gioco deve essere frutto di una contrattazione tra lei e suo marito e vostro figlio: un venirsi incontro da entrambe le parti, non un’imposizione di un limite senza spiegazioni.

Ultimo consiglio è quello di interessarsi alla sua passione. Fare domande sul gioco, sedersi a vederlo giocare, magari anche provare a giocare INSIEME a lui, in modo che possa avere lei (e suo marito) un quadro un po’ più completo su che cosa davvero vostro figlio fa, cosa lo smuove, cosa mette di sé stesso all’interno del videogioco, e dall’altra parte lui sentirà un genuino e reale interesse per chi è e per questa sua passione. E le assicuro che per un adolescente queste piccole azioni, questo interesse è inestimabile.

Cordialmente

Tommaso Riva

 

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